La Lingua dei Segni Italiana (LIS) è una lingua visivo-gestuale completa, con una propria struttura grammaticale, un proprio vocabolario, varianti regionali e caratteristiche culturali. Sebbene condivida caratteristiche generali con altre lingue dei segni in tutto il mondo, come l’espressione visiva, l’uso dello spazio e la simultaneità, la LIS non è universale , né è identica alla Lingua dei Segni Americana (ASL), alla Lingua dei Segni Spagnola (LSE) o alla Lingua dei Segni Francese (LSF).
Ognuna di queste lingue ha una particolare evoluzione storica, una specifica comunità culturale e regole grammaticali uniche. Comprendere le differenze tra la LIS e gli altri linguaggi visivi è essenziale per evitare malintesi e riconoscere la ricchezza linguistica e culturale delle comunità sorde a livello internazionale.
1. Origine e influenze storiche
Una delle differenze più importanti tra la LIS e le altre lingue dei segni è la sua origine storica.
- La LIS ha subito notevoli influenze dalla lingua dei segni francese (LSF) a causa dei contatti tra educatori sordi italiani e francesi durante il XIX secolo.
- Anche se molti credono che la lingua dei segni americana assomigli alla LSE o all’inglese, ha radici profonde nella LSF.
- La LSE si è sviluppata in modo più autonomo e ha ricevuto l’influenza delle scuole per sordi spagnole.
Il risultato è che LIS e ASL hanno più somiglianze tra loro rispetto a LSE, nonostante le loro comunità appartengano a paesi culturalmente e linguisticamente diversi.
2. Alfabeto dattiloscritto
L’alfabeto manuale è un punto di confronto diretto:
- L’ alfabeto LIS è monocratico, come quello dell’ASL.
- L’ alfabeto LSE è bimanuale, proprio come quello della lingua dei segni britannica (BSL).
- Molte lettere hanno configurazioni completamente diverse, rendendo impossibile comunicare utilizzando solo l’alfabeto tra utenti di linguaggi visivi diversi.
Ciò dimostra che non esiste un alfabeto universale del linguaggio dei segni.
3. Lessico: i segni non si assomigliano
Ogni lingua dei segni sviluppa il proprio vocabolario. Ad esempio:
- Il segno per “lavoro” in LIS è completamente diverso da quello utilizzato in ASL o LSE.
- La parola “famiglia” può avere una conformazione circolare in una lingua e una conformazione più piatta in un’altra.
- Anche i concetti iconici, ovvero gli oggetti facilmente rappresentabili, possono variare.
Ciò accade perché i segni si evolvono culturalmente all’interno di ogni comunità di sordi.
4. Grammatica e ordine delle frasi
La grammatica della LIS presenta elementi unici:
- Nella LIS viene spesso utilizzato il modello Argomento → Commento, sebbene sia comune anche la struttura SOV (Soggetto-Oggetto-Verbo).
- Nella lingua dei segni americana, ad esempio, il modello argomento-commento e l’uso intensivo dei classificatori sono molto forti.
- Nella LSE, la struttura è solitamente più vicina a SVO, a seconda del contesto.
Inoltre, ogni lingua dei segni utilizza espressioni non manuali con funzioni grammaticali distinte: alzare le sopracciglia, movimenti della testa, posizione del corpo e direzione dello sguardo.
5. Uso dello spazio e direzionalità
Sebbene tutte le lingue dei segni utilizzino lo spazio, lo fanno in modi diversi:
- Nella LIS, i verbi direzionali vengono coniugati mediante movimenti da e verso punti di riferimento assegnati a soggetti o oggetti.
- Nella LSE alcuni verbi non hanno la stessa direzionalità.
- Nella lingua dei segni americana la direzionalità è molto sviluppata, ma i modelli non sempre coincidono con quelli della lingua dei segni inglese.
Ciò significa che un segno apparentemente simile può avere una funzione grammaticale diversa.
6. Espressioni non manuali
Le NMS (espressioni facciali e corporee) svolgono funzioni fondamentali.
- L’uso delle sopracciglia per le domande sì/no può coincidere tra LIS e ASL, ma differire dall’uso in LSE.
- Nella LIS, il movimento del corpo può indicare contrasto, condizionalità o negazione.
- Le espressioni grammaticali sono specifiche di ogni lingua e il loro apprendimento richiede pratica diretta.
7. Varianti regionali
L’Italia presenta una grande diversità dialettale all’interno della LIS.
- Le differenze tra Roma, Milano, Napoli o Verona possono essere tanto significative quanto quelle tra i dialetti della Spagna o di alcune regioni degli Stati Uniti.
- Anche la LSE e la ASL hanno dei dialetti, ma la loro distribuzione ed evoluzione non coincidono con quelle della LIS.
La lingua dei segni italiana è una lingua unica e ricca, profondamente legata alla cultura dei sordi italiani. Pur condividendo caratteristiche universali con altre lingue visive, come la comunicazione manuale e l’importanza dello spazio, presenta notevoli differenze in grammatica, vocabolario, storia, espressioni non manuali e struttura sintattica.
Studiare queste differenze non solo aiuta a migliorare la comunicazione, ma ci aiuta anche a riconoscere la vibrante diversità che esiste all’interno delle lingue dei segni nel mondo. La LIS non è una versione visiva dell’italiano né una copia di altre lingue dei segni: è una lingua indipendente con una propria identità e un proprio patrimonio culturale.



